Il Pisa Book Festival e il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa annunciano la terzina finalista della quarta edizione dei Pisa Book Translation Awards

Alla giuria di esperti, affiancata dai lettori della Libreria Pellegrini di Pisa, il compito di scegliere il vincitore/la vincitrice tra i tre finalisti: Marco Federici Solari, Rosalba Molesi, Giulia Zavagna. La cerimonia di premiazione si terrà il 4 ottobre nel corso della XXII edizione del Pisa Book Festival.
La quarta edizione dei Pisa Book Translation Awards, il Premio organizzato dal Pisa Book Festival in collaborazione con il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, annuncia la terzina dei finalisti selezionata dalla giuria scientifica. I testi finalisti sono:

 

– Radoslav Petković, Il destino che mi portò a Trieste, traduzione di Rosalba Molesi, Bottega Errante Edizioni, 2023 (ed. originale 1993). 
 
– Christoph Ransmayr, L’inchino del gigante. Cinque brevi libri di viaggi e metamorfosi, traduzione di Marco Federici Solari, L’Orma, 2023 (ed. originale 1997-2019). 

 

– Cristina Rivera Garza, L’invincibile estate di Liliana, traduzione di Giulia Zavagna, SUR 2023 (ed. originale 2021).
Il vincitore o la vincitrice del Premio Traduzione 2024, decretato/a dalla giuria di esperti affiancata dal gruppo di lettura della Libreria Pellegrini di Pisa, sarà proclamato/a alla Cerimonia di premiazione di venerdì 4 ottobre all’interno della XXII edizione del Pisa Book Festival, il salone dell’editoria indipendente, in programma da giovedì 3 ottobre a domenica 6 ottobre 2024.
Nello stesso contesto saranno assegnati anche quattro premi speciali della giuria:
Premio alla Carriera a Roberto Francavilla. Traduttore e critico letterario, Roberto Francavilla insegna letteratura portoghese e brasiliana all’Università di Genova. Collabora con atenei portoghesi e brasiliani e con Babel Festival della Traduzione. Ha pubblicato diversi volumi e articoli sulle letterature lusofone, da ultimo Quel che il mare non vuole (Mimesis 2023). Notevole la sua attività di traduttore, con oltre 15 volumi pubblicati in Italia. Tra le sue traduzioni recenti Clarice Lispector, Chico Buarque, Marta Batalha, José Saramago.
Premio speciale Poesia a Massimo Bacigalupo. Professore Emerito dell’Università di Genova, Massimo Bacigalupo è uno dei più autorevoli esperti di letteratura inglese e anglo-americana, saggista e regista cinematografico. Nell’ambito della traduzione è stato insignito d’importanti riconoscimenti quali il Premio Monselice per la traduzione letteraria per Il Preludio di William Wordsworth pubblicato da Mondadori, e il Premio Nazionale di Traduzione nel 2001. Nel 2015 Mondadori ha pubblicato la sua curatela e traduzione di Tutte le poesie di Wallace Stevens nella collana I Meridiani.
Roberto Francavilla, premio alla Carriera per la Traduzione 2024
Massimo Bacigalupo, premio speciale Poesia
Premio speciale alla casa editrice a Keller. Fondata nel 2005 e diretta da Roberto Keller nelle vicinanze di Rovereto, in una terra di confine dove si parlano molte lingue, la casa editrice indipendente Keller si è occupata fin da subito di traduzione. All’inizio è stata la Mitteleuropa, con qualche incursione nell’Europa dell’Est, l’ambito di attività della casa editrice che ha scoperto così letterature poco esplorate dall’editoria maggiore. A questa vasta area geografica-culturale dobbiamo molte felici scoperte, come la scrittrice romena di lingua tedesca Herta Müller, Premio Nobel 2009, lo scrittore ucraino Andrei Kurkov e, più recentemente, lo svizzero Arno Camenisch. Ultimamente Keller ci propone anche opere provenienti da Francia, Spagna, Canada, USA, e i suoi libri continuano a esplorare lingue e territori meno noti.
Riconoscimento speciale alla traduzione di testi dall’italiano a Joseph Farrell. Professore emerito di Italianistica presso la Strathclyde University of Glasgow, nel 2005 gli è stato conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per i servizi resi alla promozione della cultura italiana all’estero. È autore di numerosi studi dedicati alla storia del teatro in Italia, tra i quali Dario Fo -Franca Rame. Harlequins of the revolution (Methuen 2002) e History of the Italian Theatre (Cambridge University Press 2006). Ha tradotto gran parte del teatro di Dario Fo e Franca Rame, contribuendo non poco alla sua diffusione e rappresentazione nei teatri inglesi. Si è anche interessato alla cultura siciliana. Il suo saggio più recente è Leonardo Sciascia, the man and the writer (Olschki 2022).
Roberto Keller, premio alla Carriera editore indipendente
Joseph Farrell, riconoscimento speciale alla traduzione di testi dall’italiano
I testi finalisti e le motivazioni della giuria scientifica
Radoslav Petković, Il destino che mi portò a Trieste, traduzione di Rosalba Molesi, Bottega Errante Edizioni, 2023 (ed. originale 1993)
Motivazione

 

I libri d’avventura sono passati di moda? A quanto pare, no. Lo suggerisce la traduzione e pubblicazione italiana di questo romanzo, scritto dal serbo Radoslav Petković nel 1993. Già traduttore egli stesso di uno scrittore come Stevenson, Petković ci narra in modo avvincente le vicende di Pavel Volkov, ufficiale della marina imperiale russa in viaggio per Trieste all’inizio dell’Ottocento. Fra i vari personaggi, incontrerà anche un maltese di nome Corto… Lo sfondo è la Storia, naturalmente, e poi il mare, la Mitteleuropa e, non ultima per importanza, la città di Trieste. È dunque anche un romanzo storico, che nella parte finale proietta il racconto un secolo e mezzo dopo, al tempo della rivolta ungherese contro il regime sovietico. Comprenderemo dunque che il destino di Volkov, destino evocato nel titolo, si dipana nella Storia. E anche attraverso una citazione di Georges Duby, historien tra i più incisivi del XX secolo, posta all’inizio di un capitolo (“Imaginons. C’est que sont toujours obligés de faire les historiens”), Petković ci ricorda quanto il lavoro dello storico e quello dello scrittore che “immagina” mondi possano essere profondamente intrecciati. La traduzione – in una lingua chiara, semplice ma ricca d’energia – è capace di seguire discretamente il tono della narrazione, a tratti consapevolmente retrò, come nei piacevoli sottotitoli di alcuni capitoli, ed è sempre appropriata.
Christoph Ransmayr, L’inchino del gigante, traduzione di Marco Federici Solari, L’Orma, 2023 (ed. originale 1997-2019)
Motivazione

 

Con L’inchino del gigante. Cinque brevi libri di viaggi e metamorfosi dell’austriaco Christoph Ransmayr, L’Orma Editore offre al pubblico italiano un volume composito che non esiste in questa forma in lingua originale. Nato dalla stretta collaborazione tra autore e traduttore, il libro riunisce più testi usciti in tedesco tra il 1997 e il 2019, divisi a loro volta in brevi racconti, discorsi pubblici, riflessioni metaletterarie, e accomunati, come specifica il sottotitolo, dal motivo del viaggio e della metamorfosi. Ogni testo ha una propria autonomia e si presenta come in sé concluso; tuttavia, se letto in relazione con gli altri, rivela il suo carattere di istantanea narrativa, di tappa di un viaggio più ampio, nel quale l’autore si immerge in teatri di vita talvolta prossimi, più spesso geograficamente e/o storicamente lontani, in paesaggi naturali e nell’ambiente circostante, in fantasie letterarie. L’io scrivente trasmuta viaggi e metamorfosi in lingua e riflette su questa specifica trasmutazione. È proprio la lingua letteraria, declinata in registri stilistici e lessicali diversi, la vera protagonista del libro, come di rado accade nel panorama contemporaneo. Il traduttore ha saputo restituire la ricchezza linguistica e l’alto livello letterario dell’originale con grande consapevolezza e competenza.
Cristina Rivera Garza, L’invincibile estate di Liliana, traduzione di Giulia Zavagna, SUR 2023 (ed. originale 2021)
Motivazione
 
Rielaborazione di una dolorosa vicenda reale (il femminicidio, avvenuto in Messico nel luglio 1990, della giovane sorella minore dell’autrice), il testo risulta assai intenso e si mostra formalmente stratificato, combinando a trent’anni di distanza dal luttuoso evento la narrazione delle indagini, le carte della vittima e le testimonianze di familiari e amici. “L’invincibile estate” del titolo, dichiarata risonanza di Albert Camus, fa riferimento alla decisione di Liliana Rivera Garza, protagonista dei fatti narrati, di lasciarsi dietro una relazione tossica e di operare delle scelte che ne avrebbero favorito l’autonomia e potenziato lo sviluppo personale. Il libro si gioca sul mirabile equilibrio tra finzione e non, in un memoir in cui sovente i pur numerosi dati informativi riguardanti una realtà patriarcale lasciano spazio a una prosa appassionata. L’invincibile estate di Liliana va ben oltre la mera elaborazione di un lutto e trascende il valore testimoniale relativo alla travagliata società messicana, proponendosi come la ricostruzione affettuosa della breve vita di un essere umano luminoso e rivendicando oggi più che mai la necessità di fare fronte alla violenza a cui è esposto il mondo femminile. La puntuale traduzione di Giulia Zavagna rende con efficacia i diversi registri del testo.