Ancora un pomeriggio da record, per il Pisa Book Festival, che ha chiuso i battenti della quindicesima edizione con un pienone di visitatori di tutte le età, attirati dalle novità agli stand dei 160 editori indipendenti, dai laboratori di scrittura e dagli incontri con gli autori.
Bagno di folla per Paolo Cognetti, vincitore del premio Strega, intervistato dalla direttrice del Festival Lucia Della Porta e grande successo per il debutto da scrittore di Alberto Rollo, che nel suo romanzo d’esordio, Un’educazione milanese (Manni Editore), ha dipinto un delicato affresco della sua Milano e della propria vita, affascinando il pubblico con le tinte seppiate di un’altra epoca, di un’altra Italia.
Il giallo è stato il colore dominante dell’ultima giornata. La Finlandia, il Paese ospite di questa quindicesima edizione, saluta Pisa e l’Italia regalando ai visitatori una delle sue più grandi scrittrici, Minna Lindgren. La giallista ieri pomeriggio ha presentato la sua trilogia noir edita da Sonzogno, che ha come protagoniste delle arzille ultranovantenni, ospiti della casa di riposo “Villa del Lieto Tramonto”. Minna Lindgren si spoglia subito dell’epiteto l’“L’Agatha Christie del Nord”: “È un’operazione di marketing – ha precisato – in cui non mi ritrovo. I miei libri sono diversi da quelli della Christie. Le mie protagoniste non sono delle Miss Marple e l’impianto stesso dei miei romanzi è diverso. Io volevo raccontare la vita e il dramma degli anziani e della loro vita quotidiana, e alla fine ho scelto come cornice quella del giallo e della casa di riposo”. Non solo analisi sociale nei romanzi della finlandese, ma anche tanta ironia: “Nel secondo romanzo della trilogia – anticipa la Lindgren – le vecchine vengono allontanate da Villa del Lieto Tramonto perché deve essere ristrutturata, e finiscono in una… casa a luci rosse”.
Attratto, spiazzato e spaventato dal Sessantotto è il nuovo commissario Bordelli nell’ultimo libro di Marco Vichi Nel più bel sogno (Guanda): “Bordelli – ha spiegato l’autore – è affascinato ma anche molto spaventato dal ’68, un momento pieno di pregiudizi e in cui tutto è politicizzato, come nell’incontro fra lui e un giovane rivoluzionario. Nei pregiudizi di entrambi, uno è il poliziotto fascista, l’altro il ragazzo che tira le molotov. Da questo episodio, Bordelli capisce che se vuole sopravvivere nel mondo che sta cambiando, deve adattarsi. E così trova la via per salvarsi”. Bordelli è anche un seduttore: “Attratto dalle donne e dalle minigonne che iniziano a fare la loro comparsa”.
L’ultima giornata si è chiusa con una simpatica incursione nel mondo della scienza e della cucina. Luisanna Messeri, la vulcanica stella del “Club delle cuoche” e della “Prova del cuoco”, erede della tradizione di Pellegrino Artusi, ha conversato con Pierdomenico Perata, direttore della Scuola Superiore Sant’Anna e fisiologo vegetale. La Messeri ha presentato Le 111 ricette italiane che devi saper cucinare (Emons Libri). “Il cibo continua a essere un privilegio incredibile, e a fronte di un mare di sprechi c’è tanta gente che muore di fame”, ha detto Perata. E ancora, in tema di salute e scienza: “La chimica è ovunque, l’agricoltura di una volta era più basata sull’ambiente, ma si mangiava peggio, tanto che non tutti avevano da mangiare in maniera equilibrata ed era un fiorire di malattie metaboliche”. Secondo Perata, il chilometro zero “è una cosa ottima, ma attenzione a non farne un mito. Non si può rinunciare alla frutta in inverno, anche se è fuori stagione e proviene da un Paese estero, perché aiuta a mantenere una dieta equilibrata”. E poi, a sorpresa, spezza una lancia in favore dell’olio di palma: “Sembra quasi che ogni tanto abbiamo bisogno di un nemico. Una rivendicazione che vince sempre è “senza”. Diciamo invece che troppo olio di palma fa male e che è bene darsi una misura”.